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In questo blog Delia, Susan e Soni presentano la teoria del sistema e educazione scolastica di Pestalozzi, Froebel e Rousseau.
Oltre alla teoria di educazione e sistema scolastico è stato fatto un lavoro sulla personale esperienza di ognuna di loro in un altra scuola. Sono stati messi a confronto i sistemi scolastici della scuola di provenienza e quella ospitante. Risulta quindi il confronto tra la scuola di lingua tedesca e quella italiana in Alto Adige e il confronto tra la scuola italiana e quella germanica.
La base del lavoro si fonda sul progetto scolastico che comprende psicologia, sociologia, pedagogia e filosofia.

mercoledì 22 aprile 2009

Rousseau, L' educazione

Rousseau, L'educazione

Rousseau è convinto che la società e la cultura abbiano snaturato l'uomo, che nasce fondamentalmente buono. Il compito dell'educazione sarà quindi quello di salvaguardare il bambino dagli effetti che possono avere su di lui società e cultura. Il vero maestro non è colui che insegna qualcosa, ma colui che lascia che il bambino sviluppi liberamente la propria natura.

a) I tre maestri (J.-J. Rousseau, Emilio o dell'educazione, I)
Tutto ciò che non abbiamo alla nascita e di cui abbiamo bisogno da grandi, ci è dato dall'educazione.

Questa educazione ci viene dalla natura, o dagli uomini, o dalle cose. Lo sviluppo interno delle nostre facoltà e dei nostri organi è l'educazione della natura; l'uso che ci si insegna a farne è l'educazione degli uomini; l'acquisto di una nostra propria esperienza sugli oggetti che ci colpiscono è l'educazione delle cose.

Ciascuno di noi è dunque formato da tre specie di maestri. Il discepolo in cui le loro diverse lezioni si contraddicono, è male allevato, e non sarà mai d'accordo con se stesso: colui nel quale esse concorrono pienamente e tendono agli stessi fini, è il solo che va verso il suo scopo e vive con coerenza. Ed è il solo ad essere educato bene.

b) Non insegnare oggi quello che puoi insegnare domani (J.-J. Rousseau, Emilio o dell'educazione, II)
Maestri premurosi, siate semplici, discreti e prudenti, non affrettatevi mai ad agire se non per impedire che altri agisca; non mi stancherò mai di ripeterlo: rimandate a piú tardi, se possibile, una buona istruzione, per paura di impartirne adesso una cattiva. Su questa Terra, di cui la natura avrebbe fatto il primo paradiso dell'uomo, tremate all'idea di far la parte del tentatore con il voler dare alla fanciullezza innocente la conoscenza del bene e del male. [...]


c) Il mondo è un globo di cartone (J.-J. Rousseau, Emilio o dell'educazione, II)
Qualunque studio si faccia, senza l'idea delle cose rappresentate, i segni rappresentativi non sono nulla. Tuttavia si limita sempre il fanciullo a questi segni, senza mai potergli far comprendere niente di ciò che essi rappresentano. Pensando di insegnargli la descrizione della Terra, non gli si insegna a conoscere che delle carte; gli si insegnano nomi di città, di paesi, di fiumi, che egli non concepisce esistenti in altro luogo che sulla carta dove gli son mostrati.


Il problema dell' educazione

La corretta educazione deve quindi procedere nella direzione di intervenire in minima parte sul naturale sviluppo dell'individuo, l'educazione deve essere passiva, non invasiva, non deve in sostanza intervenire sul naturale sviluppo dell'individuo, innatamente portato a trovare da sé il giusto approccio ai problemi e il giusto equilibrio fra i momenti educativi. L'educatore deve evitare all'alunno le cattive influenze morali della società, deve incoraggiarne l'innata curiosità e predisporlo ad una crescita spontanea, non mediata da fattori esterni degeneranti.
Il problema dell'educazione in Rousseau è trattato nell'Emilio, un libro in cui si immagina un ragazzo (Emilio, appunto), allontanato dalla società ed educato in una villa in campagna da un educatore che non impone all'allievo alcuna visione pre-concetta indotta dalla società, ma cerca di far emergere l'istintiva e naturale curiosità del ragazzo verso gli accadimenti naturali.
Il contratto sociale
Se la società corrompe una originaria purezza dell'uomo, essa limita la sua libertà e lo riduce in catene.
Il problema è trovare una forma sociale che garantisca allo stesso tempo la sicurezza collettiva e la libertà individuale. Rousseau diffida delle idee democratiche, ovvero non pensa che il problema si possa risolvere solamente decidendo quali libertà individuali debbano essere limitate o meno.
L'unico modo per creare una società assolutamente armonica è la limitazione totale delle libertà individuali in favore di un contratto sociale condiviso da tutti gli uomini. Quello che Rousseau propone non è uno stato assoluto e autoritario, il cittadino non è sottoposto ad alcuna autorità, ogni uomo deve cambiare però la sua coscienza, mutare profondamente nel suo essere, superando l'egoismo proprio degli individui e dimenticando la proprietà privata espressione della volontà egocentrica, adeguandosi a scelte non più personali ma collettive, in nome della volontà generale.

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